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22 capo ii

scritto sulla casa di un dissipatore: Da vendersi; disse: Sapeva già, o casa, che tu, sì piena di crapula, avresti facilmente vomitato colui che ti possedeva. — Ad un giovine che accusava molti importuni, disse: Cessa adunque anche tu di portare attorno i segni di bagascione. — Entrando in un bagno sudicio: Questi, disse, che qui si lavano, dove si lavano? — Lodava ei solo un grossolano sonatore di cetra da tutti biasimato; e richiesto del perchè, rispose: Perchè, anche tale, suona la cetra, e non fa il ladro! — Un altro sonatore di cetra che sempre era abbandonato dagli uditori, lo salutò con dirgli: Addio gallo! e soggiugnendo costui, Perchè ciò? Perchè, riprese, cantando fai levare ognuno. — Vedendo un giovinetto che si faceva contemplare da molti, riempiutosi il seno di lupini, andò mangiandone pubblicamente. La moltitudine si volse a lui, ed egli disse, che si meravigliava che lasciato quell’altro guardassero lui solo. — Dicendogli un uomo assai superstizioso, Io con un colpo ti spaccherò il capo; Ed io, rispose, starnutando da sinistra ti farò tremare. — Pregandolo Egesia di prestargli qualche suo scritto; Tu se’ pazzo, dissegli, o Egesia, il quale certo non prenderesti fichi dipinti, ma veri, pure negletta la vera scuola, brami la scritta. — Ad uno che gli rinfacciava l’esiglio. Ma se appunto per questo, disse, o sciagurato, io divenni filosofo! - E di nuovo dicendogli un altro, i Sinopesi hanno condannato te ad esulare dal loro paese. Ed io, essi, soggiunse, a rimanervi. — Vedendo una volta un vincitore olimpico pascolare le pecore, Presto, disse, o buon uomo, sei passato dalle Olimpie alle Ne-