Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/356

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annotazioni 335

natrice del mondo, manifestantesi per le forze motrici dell’amore e dell’odio ec.

Nulla doversi affermare circa gli dei. — „Melisso ha in comune con Parmenide di non trarre le sue prove dall’idea di dio, ma da quella dell’ente. Nel che tanto s’allontana da Senofane da dire apertamente che non si dee parlare degli dei, perchè non ne abbiamo conoscenza. Il punto centrale del sistema, l’idea del perfetto, s’allontanata dunque assai più che in Parmenide. — Altra deviazione, per rispetto agli eleati, era l’insegnare che l’ente è infinito. — Da questo principio traeva l’unità, l’immutabilità e l’indivisibilità dell’ente. — Suo scopo principale era il combattere gli errori dei fisici. — I suoi argomenti dirigevansi principalmente contro la possibilità del moto e del cangiamento delle cose. — Dalla mancanza di moto conchiudeva alla non divisibilità dell’ente; dalla non divisibilità alla mancanza di parti; quindi il suo non essere corporeo ec. Non s’hanno indizj che Melisso nel determinare l’ente ne abbia considerata la spiritualità; anzi Aristotele sembra rimproverargli di aver considerato l’uno come materiale ec.“ — Ritter.


CAPO V.


Zenone eleate.


„La fermezza, dirò più, la purezza di carattere che gli antichi autori notarono nel filosofo di Elea si scopre nei tratti non dubbj di questa fisonomia. Quella bozza alle radici del naso; le ciglia aggrottate, il mento sporgente, sono indizj d’un carattere severo, e lontano dalla debolezza e dall’amabile cortesia. — Platone e Diogene accennarono la bella presenza e non so che di gradevole che aveva Zenone nella fisonomia, segnatamente nella sua gioventù.“ — Visconti.