Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/357

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336 annotazioni

Nell’Icon. Gr. del celebre antiquario sono a rodersi le ragioni sull’autenticità di questo ritratto.

III. Eleatico Palamede. — Così era appellato per la forma della sua dialettica audace e sottile, che gli serviva a dimostrare il contrario in tutte le cose.

IV. Inventore della dialettica. — Considerata come sistema, come arte, colle sue regole, colle sue forme; poichè senz’essa non avrebbesi ragionato. Tale fu tenuto anche da Aristotele, perchè forse partiva, nelle sue argomentazioni, da ciò che generalmente era reputato vero.

Suoi libri pieni di molla sapienza. — Tra molti ve n’era uno celebre contro chi asseriva resistenza della moltiplicità. Avea per iscopo difendere la dottrina di Parmenide. Era distribuito in dimande e risposte, e credevasi che primo Zenone avesse usato il dialogo nella trattazione di materie filosofiche. — „Da questa forma, dice Ritter, uscì un ramo della posteriore sofistica, alla cui sottigliezza tende apertamente in alcune sue prove Zenone. Potendosi per altro credere che, nella gravità del suo disegno, egli non considerasse questi artifizj capziosi che come accessorj piacevoli de’ suoi dialoghi, o come uno scherzo per ridersi della goffaggine de’ suoi avversarj. — Dicesi per altro che Zenone negasse non solamente il moltiplice, ma anche l’uno; la qual cosa non sarebbe verisimile che trattandosi dell’unità delle cose particolari.“

VII. L’argomento detto l’Achille e di molti altri. — „Tra gli argomenti che Zenone adduceva contro la realtà del moto, taluno avea qualche cosa di specioso e di difficile a risolvere; taluno dovea riguardarsi come uno scherzo. Sì fatto era l’Achille. In quest’argomento, Achille, il piè-veloce, sfida al corso la lenta tartaruga; trattasi mostrare che Achille non raggiungerà mai la tartaruga. Poichè, quando sarà giunto al sito donde la tartaruga era partita, essa avrà in quel mentre