Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/382

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epicuro. 359

IX. Ed aver incominciato a filosofare di dodici anni, ed a presiedere la scuola di trenta due. Nacque, dice Apollodoro, nelle Cronache, il terz’anno della cennovesima Olimpiade, sotto l’arconte Sosigene, a’ sette di Gamelione, sett’anni dopo la morte di Platone. — Essendo esso ne’ trenta due anni, istituì da prima, per cinque anni, una scuola in Mitilene ed in Lampsaco, poscia fece lo stesso trasferendosi ad Atene, e morì nel second’anno della cenventisettesima Olimpiade, sotto Pitarato, essendo campato due anni oltre i settanta; e lo surrogò nella scuola Ermarco di Agemarco mitileneo. Morì, dice Ermarco, nelle Epistole, di un calcolo che gli impedì le orine, dopo quattordici giorni di malattia. Nel qual tempo, narra Ermippo, che entrato in un bagno di rame temperato con acqua calda e chiesto bere vino pretto ed esortati gli amici a ricordarsi i suoi dommi, finì in tal modo. — V’ha intorno a lui questo nostro epigramma.

  Salvete, e ricordatevi i miei dommi.
     Così agli amici suoi disse morendo
     Epicuro da ultimo, che dentro
     Di un caldo bagno entrato e pretto vino
     Bevuto, sorbì poscia il freddo Stige.

Tale fu la vita, tale la morte di quest’uomo; e così testò:

„Lascio tutto il mio ad Aminomaco di Filocrate, batita, e a Timocrate di Demetrio, potamio, secondo la donazione fatta ad entrambi, ch’è deposta