Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/424

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epicuro. 397

visione e congelamento più moderato di alcune acquosita, facendosi a un tratto e il costringimento insieme e la spezzatura di queste, onde si costituiscano coagulate in parti e in totalità. E la rotondezza non è impossibile che avvenga dalle estremità che per ogni dove si liquefanno nel congelarsi da tutte le bande, come si afferma, secondo le parti uniformemente circostanti sia di alcune acquosità, sia di ventosità. — La neve può essere che si formi e da sottile acqua versata dalle nubi per via di pori proporzionati, e da compressione di nubi adatte, e da moto di vento, quindi congelantesi nel girare, per qualche grande raffreddamento, ne’ luoghi più bassi, delle circostanti nubi. Per altro anche da congelamento nelle nubi, aventi radezza eguale, potrebbe aver luogo quest’uscita dalle nubi, mentre si urlano a vicenda quelle che mostrano aspetto di acqua, e quelle che in uno sonvi adiacenti, le quali mentre fanno quasi uno stringimento, producono la grandine, lo che particolarmente nasce nell’aria. Anche per isfregamento di nubi che sieno prese da congelazione, avrebbe luogo questo ragunarsi della neve, che per altri modi ancora potrebbe formarsi. — La rugiada si forma dall’aria pel vicendevole concorso di quelle parti che sono causa efficiente di cotale umidità; e per la loro provenienza o da luoghi umidi o aventi acque, ne’ quali luoghi principalmente formasi la rugiada; poi quando l’unione di queste in un luogo medesimo ha acquistato e il compimento dall’umidità, e a suo tempo il moto a’ siti inferiori, a quel modo che anche presso