Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/444

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epicuro. 417

era giusto a coloro che sè stessi non confondono con vane parole, ma agguardano il più delle cose.

XLI. Ove, non accadendo nuove circostanze, non sembra accordarsi colla anticipazione quello che si stimava giusto nelle cose medesime, desso non era giusto; ove poi, nuove circostanze accadendo, le stesse cose costituite come giuste, già più non sono utili, ivi certo una volta erano giuste, poichè tornavano utili alla vicendevole comunanza di chi amministrava la repubblica, ma dopo non erano più giuste, allorchè più non recavano utilità.

XLII. Colui che s’acquistò la miglior fidanza dagli esteri, ne mescolò alla sua nazione quanti potè, ma quanti non potè non fece alieni da essa: che se neppur ciò gli fu possibile, non ebbe commerci con loro, e gli allontano dai confini quante volte gli tornò di farlo.

XLIlI. Coloro ch’ebbero facoltà di acquistarsi la maggior sicurezza particolarmente dai confinanti, e’ vissero anche fra loro soavissimamente, in una saldissima fede, ed una pienissima dimestichezza avendone tratta, non lamentarono come di un misero la morte anticipata di colui che finiva.