Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/447

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420 annotazioni.

  Salve di Neocle doppia schiatta! Grecia
     Per l’un di voi fuggia
     La schiavitù, per l’altro la pazzia.

E notisi che Menandro era peripatetico.

Quando Samo toccò in sorte agli Ateniesi. — Il verbo [testo greco] significa propriamente ricevere o possedere per sorte una pontone di terreno conquistato; e Samo, dopo molte guerre feroci, era caduta in mano degli Ateniesi, i quali divisa l’isola in due mila parti, la distribuirono ad altrettanti coloni perchè la coltivassero. Neocle fu del numero, e vi si recò in compagnia della Cherestrata.

III. Che trattano della XXIV.[testo greco] quae sunt de vicesima quarta. — Lo Stefano e l’Aldobrandino traducono: sunt autem fere XXIV. Il Meibomio riferisce il senso all’epistola ventiquattresima. Secondo l’Huebnero si dovrebbe scrivere: [testo greco] sul dì ventesimo.

Peana, re.[testo greco], che guarisce, ec. Soprannome d’Apollo, grido od inno di trionfo. Si rinfacciava ad Epicuro un abuso di esclamazioni ne’ suoi scritti; questa, di cui si serviva per un satrapo ed una cortigiana, diventava anche sacrilega.

I suoi secreti. [testo greco]. — Cose nascoste, secrete, clandestine. Huebn. Clara ipsius secreta reddiderant. — Ambr. Qui se eatenus obscurum suaque dogmata illustrarent — Aldobr. Qui eius arcana, que antea obscura erant, illustraverant, protulissent. — Clemente Alessandrino dice, che non solo i Pitagorei ed i Platonici molte cose occultavano, ma che era fama eziandio esservi appo gli Epicurei alcuni arcani. — Poche righe più innanzi, il nostro Diogene tocca di notturne filosofie e di mistiche unioni, quantunque per bocca di un nemico di Epicuro.

Leonzietta. — Gli stessi scrittori che vituperano costei chiamandola una cortigianella ardimentosa, che non arrossì di