Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/459

Da Wikisource.
432 annotazioni.

sono se non l'eco delle sensazioni in noi. Pare che qui seguasi da Epicuro l’opinione di Aristotele, secondo la quale l’errore non può nascere che dal legame delle rappresentazioni fra loro. L’errore non s’incontra che nell’opinione, o nella supposizione ([testo greco]), che dimanda ancora di essere confermata dalla sensazione. Se nel sentire v’è un movimento dell’anima unito a questa sensazione, ma che non sia interamente identico con essa, è desso un legame che ha mestieri ancora di essere confermato. Ora se esso è confermato e non confutato, l’opinione è sera; se al contrario è confutato e non confermato, l’opinione è falsa (p. 50 e 51). E ad alcune opinioni di tal natura che gli Epicurei riducevano tutto che appellavano illusione dei sensi. Per esempio, una torre veduta da lunge pare rotonda, e noi aggiugniamo a questa sensazione della rotondità l’idea di una torre; ma avvicinandosi la troviamo quadrata; la nostra ultima sensazione confuta l’idea che ci avevamo fatta della torre, senza per altro che la prima sensazione fosse falsa.“ — Ritter.

L’anima è un corpo ec. ec. - „Epicuro nella dottrina dell’anima segue particolarmente Democrito. L’anima è per lui qualche cosa di corporeo, non considerando egli come immateriale altro che il vuoto, che non ha nè passività nè attività, e non fa che lasciar muovere i corpi a traverso di esso; e quindi è assurdo chiamarla immateriale, attesochè reggasi chiaro ch’ella agisce e ch’ella patisce. L’anima vivificando tutto il corpo, per tutto il corpo è sparsa del pari. Come invisibile, e soggetta a molti cangiamenti, ella deve essere un corpo dilicatissimo facile al moto. Epicuro la paragona ad un soffio che è compostoci! una certa mescolanza del caldo. Essa consta d’atomi ritondetti e levigatissimi, i quali perciò di leggieri si muovono. Quattro attività si possono scorgere nell’anima: ella è cagione del movimento,