Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/82

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IV. È attribuito a Crate un libro di lettere ec. — La congettura di Menagio cbe queste lettere fossero d’Ipparchia [testo greco], parmi ragionevole, non così forse il riferire ad essa il resto del paragrafo.

CAPO VII.


Menippo.


II. I suoi libri sono pieni di molto ridicolo. — Non ne rimangono che i titoli. Erano specie di satire scritte in prosa mescolata di versi de’ più grandi poeti volti in ischerno. Menippo fu il modello di Varrone, ne’ suoi componimenti satirici.

Prestatore-giornale; [testo greco], diarium fœneratorem. — „Cambiatore giornale. — Cioè, forse, che esigeva. gli interessi de’ cambi (non mese per mese, come si faceva comunemente, ma dì per dì), oppure che tutto il giorno dava a cambio.“ Salvini. — Il solo Laerzio qualifica usuraio Menippo. Luciano, che molte volte lo tolse ad interlocutore ne’ suoi dialoghi, dipinge questo filosofo qual uomo disinteressato, e sprezzatore della vita, della fortuna e de’ suoi beni caduchi. A che il turpe mezzo dell’usura per l’acquisto di un danaro ch’ei stimava inutile!

VI, E i giorni ventesimi. — [testo greco]. Gli Epicurei in questo giorno di ciascnn mese onoravano la memoria del loro maestro, per lo che eicadisti erano appellati.

CAPO IX.


Menedemo.


II. Presa la figura di un’Erinni ec. — Tutto ciò, parola per parola, scrive Suida non di Menedemo, ma di Menippo.