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Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/86

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72 capo primo

se fosse di un colore coi morti. Il perchè, intesone il senso, si pose a leggere le cose degli antichi. — Si accostò poi a Crate in questa maniera: Portando di Fenicia della porpora per negoziare, fece naufragio presso il Pireo. Salito in Atene, che già avea trent’anni, si pose a sedere presso un libraio. Leggeva costui il secondo dei Comentarj di Senofonte. N’ebbe diletto, e chiese ove stessero uomini così fatti; e passando opportunamente Crate, il libraio lo mostrò ad esso dicendo: segui costui. Da quel giorno fecesi uditore di Crate; atto d’altronde alla filosofia, benchè troppo verecondo per la cinica impudenza. Ond’è che Crate volendolo guarire anche di questo, gli die’ a portare pel Ceramico una pentola di lenti, e poichè videlo farsi rosso e nasconderla, ruppe, con un colpo di bastone, la pentola. Postosi egli a fuggire e scorrendogli per le gambe le lenti, gli disse Crate: Perchè fuggi, Feniciattolo? non t’è accaduto nulla di grave. Per qualche tempo adunque udiva Crate.

IV. Poichè, sendosi scritta da lui La Repubblica, taluno ebbe a dire scherzando, che e’ la scrisse sulla coda del cane. Oltre La Repubblica scrisse anche queste opere: Della vita secondo naturaDegli appetiti, ossia Della natura dell’uomoDelle passioniDel dovereDella leggeDella educazione ellenicaDell’aspettoDel tuttoDei segniPitagoricheUniversaliDelle dizioniDi quistioni omeriche, cinque — Di lezioni poetiche. Sono pur sue: e L’Arte — e Le soluzioni — e due ArgomentiComentarjMorali di Crate — Questi sono i suoi libri.