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Pagina:Lamentabili sane exitu (edizione Asti 1907).djvu/4

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26. — I dogmi della fede sono da ritenersi solamente secondo il senso pratico, cioé come norma obbligatoria dell’agire, non però come norma del credere.

27. — La divinità di Gesù Cristo non si prova dai vangeli, ma è un dogma che la coscienza cristiana dedusse dalla nozione del Messia.

28. — Gesù, quando esercitò il suo ministero, non parlava allo scopo di insegnare che egli era il Messia; nè i suoi miracoli erano intenti a dimostrarlo.

29. — Si può concedere che il Cristo che ci presenta la storia è molto inferiore al Cristo che è oggetto della fede.

30. — In tutti i testi evangelici il nome «figlio di Dio» equivale solamente al nome: «Messia»: non però significa Cristo esser vero e naturale figlio di Dio.

31. — La dottrina che Paolo, Giovanni e i Concilii di Nicea, di Efeso e di Calcedonia insegnano intorno a Cristo, non è quella che insegnò Gesù, ma quella che di Gesù concepí la coscienza cristiana.

32. — Non può conciliarsi il senso naturale dei testi evangelici con quello che i nostri teologi insegnano sulla coscienza e scienza infallibile di Gesù Cristo.

33. — È evidente, per chiunque non segua opinioni preconcette, che Gesù o ha professato l’errore sulla prossima venuta messianica o che la maggior parte della sua dottrina, contenuta nei vangeli sinottici, manca di autenticità.

34. — Il critico non può attribuire a Cristo una scienza illimitata se non facendo l’ipotesi — che è storicamente inconcepibile e che ripugna al senso morale — che, cioè, Cristo come uomo abbia avuto la scienza di Dio e, nondimeno, non abbia voluto comunicare ai suoi discepoli ed alla posterità la cognizione di tante cose.

35. — Cristo non sempre ha avuto la coscienza della sua dignità messianica.

36. — La risurrezione del Salvatore non è propriamente un fatto di ordine storico, ma un fatto di ordine meramente soprannaturale, nè dimostrato, nè dimostrabile (un fatto che la coscienza cristiana ha dedotto sensibilmente da altri fatti).

37. — La fede nella risurrezione di Cristo in principio non versava tanto sul fatto stesso della risurrezione quanto sulla vita di Cristo, immortale appo Dio.