Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/100

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altra: e così fu da spiegata quella gran proposia di quel Satrapo; e poichè li due più saggi riputati, nella cui dottrina era tutta la speranza di Nectenabò riposta, furono da Esopo vinti, e smaccati, gli altri non ebbero poi ardire di venire a contesa con colui. Laonde disciolta la congregazione, ciascuno a suoi alloggiamenti se n’andarono, seco stessi pensando alla grandezza della dottrina, e dell’ingegno di Esopo.


C A P I T O L O   LXIV.

IL dì seguente il Re fece congregare tutti i suoi Consiglieri, ed amici, a’ quali disse: Amici miei, avete veduto, che infiù ad ora noi non abbiam potuto vincere ma con questo Esopo; però se noi non sappiamo altro fare, necessario fu, che io dia il tributo al Re di Babilonia. Allora alzatosi in piedi un Vecchione, disse: Signore, poichè non possiamo domandargli cosa, che egli non sappia, comandategli, che egli a noi abbia a far proposta di cosa, che noi sforzatamente abbiamo a confessargli, che non sappiamo, e che non abbiamo inteso mai ragione. Se ciò egli farà, daretegli il tributo; altrimenti ditegli, che non intendete essere a cosa alcuna obbligato, ed in questo modo voi vi libererete; perciochè dica egli ciò, che si voglia, diremo noi saperle; ovvero da altrui averlo inteso, e sentire ragionare. Questa così fatta proposta parve al Re una bella, ed astuta invenzione, mediante la qual potesse dal debito tributo liberarsi. Sicchè chiamato Esopo, a lui propose il partito, e volentieri fu da quello accettato, dicendo: Signore, io domani me ne verrò quì, e penso anco di ciò, come delle altre cose la vittoria riportare. Pareva a molti impossibile, che Esopo di ciò potesse riuscirne