Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/107

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D I   E S O P O 93

giorno poi la Rana convitò ii Sorcio a cenare nella sua palude, il quale venuto per cenare là dentro, disse la Rana: Amico mio acciò tu non pigli troppo fatica nuotando, fia bene, che con un filo sottile tu annodi il piè tuo al mio, e così tu seguendomi, più agevolmente nuoterai. Acconsentì il Sorcio, e legato, che egli fu in quel modo, la Rana saltò nella palude, traendosi dietro il Sorcio, e gitasene al fondo, il Sorcio per forza ancora sotto acqua seco tirava. Onde vedendosi i Sorcio non poter far altro se non affogarsi, disse: Io per tuo tradimento, o falsa Rana muojo, ma spero verrà un maggior di te, che farà le mie vendette, e ciò detto morì; onde poi gonfio, venne a galla sopra l’acqua. Ma un’Aquila vedendo il Sorcio morto, e preselo, portollo in alto. E perchè la Rana ancora era per il piede con lui ligata, fece l’Aquila doppia preda, la quale ella beccossi in due bocconi.


C A P I T O L O   LXVIII.

NOn altrimenti avverrà a voi, o Delfici, perchè facendomi voi ingiustamente, ed a tradimento morire, verranno uomini, che onorevolmente faranno le mie vendette; perciocchè non è dubbio, che il Re di Babilonia, e tutta la Grecia, come avranno inteso il tradimento da voi fattomi; tutti contro di voi movendosi, faranno, che pagherete lor la pena, con molto vostro danno dell’indegna, ed ingiusta morte mia. Nè per cotal esempio gli assassini Delfici dalla iniqua lor deliberazione si rimossero, anzi con molti strazj lo traevano alla morte, Esopo nel voltare un cantone, si fuggì in un picciol Tempio di Apollo, molto poco frequentato; ma non gli valse, perciocchè d’indi così lo struscinarono fuori, come so-