Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/17

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spose egli. Io di ciò non mi curo, fa pur tu di questo corpo ciò, che nell’animo mio parte non hai veruna.

C A P I T O L O   VII.


NOn passarono troppi giorni, che un Mercatante, il qual di comperare cavalli cercava, capitò quella possessione, ed addimandando a Zena, se vi fosse cavallo alcuno che vendere volesse, rispose egli, non essergli lecito il vendere cavalli, ma che uno schiavo, piacendogli, gli venderebbe. Volle il Mercatante vederlo: veduto, che l’ebbe, non potendo tenere le risa disse; E donde per Dio avesti tu questo animale, che parmi veramente aver ceffo di pignata? È egli uomo, ovver un tronco d’albero? Veramente se costui non avesse voce umana, crederei, che si fusse un otre gonfiata. E tu per cagione di cotesto belfante m’hai qui tenuto. E così detto, voltò le spalle, prese il suo camino. Ma Esopo seguendolo, dicevagli: O uomo da bene aspetta di grazia un poco: il Mercatante con viso ribuffato, rispose: Vattene alle forche, can mastino. Ma pure Esopo seguitandolo con umile sembiante, diceva; Deh così Iddio ti faccia del bene, dimmi di grazia, a che sei tu qui venuto? Rispose egli: per comperar qualche cosa buona, ma di te, perchè sei guasto, stroppiato, e fracido, non ho bisogno. Esopo, che dalle mani di quel fattore uscir voleva, faceva pure instanza, che lui comprasse, dicendogli: Non guardare gentil’uomo, che io abbia il corpo di cotal maniera fatto che l’animo è bello, e buono, e potrotti anco fare di molti servigj. E co-