Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/18

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me potrai giovarmi, rispose il Mercatante, se propriamente sei l’odio stesso? Allora Esopo disse. Ascoltami, se ti piace, non hai tu in casa fanciulli, che piangono, e gridano, e scherzando, fanno sempre rumore? di quelli fammi tu pedagogo, che pensando essi, che io sia una befana, o la versiera, farò loro stare quiete, ed ubbidienti. Il Mercatante di ciò ridendo, a Zena voltatosi, disse: E quando chiedi di questo brutto asello? Zena, il quale non meno di levarselo dinanzi a gli occhi disiava, che Esopo di torsegli: Tre danari, rispose. Il Mercatante sentendo di aver a fare così poca spesa, sborsolli i tre danari dicendo: Se io ho speso nulla, nulla anco ho comperato. Giunto a casa il Mercatante, due fanciulli, i quali con la Madre erano rimasti, corsero ad abbracciare il Padre, e veduto, che ebbero Esopo, che dietro a lui in casa ne veniva, subitamente fuggirono spaventati. Allora Esopo al Mercatante disse: Ecco Padrone, che già tu puoi vedere l’effetto della mia promessa. Di ciò ridendo il Mercante, mostrando ad Esopo gli altri suoi schiavi, i quali a far riverenza al Padrone eransi affrettati, disse: Questi sono anco essi miei servitori, come tu sei; salutili, abbracciali tutti, acciocchè da loro tu sii ben veduto, ed accarezzato. Ma essi veduta quella strana, ed orrenda figura rimasero pieni di maraviglia fra loro dicendo: O che pazzia è stata del nostro Padrone a comperare così brutta, e spaventevole cosa, certo qualche male umore allora gli avvenne, ma come si vede, debbe averlo comperato in luogo di scimia, e per cosa molto ridicola.