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176 D I   E S O P O

Sentenza della favola.

Per questa tavola si nota, che il riso merita il riso, il giuoco il giuoco, e l’inganno l’inganno.


Della Mosca, e della Formica. 134.


C

ombattevano la Mosca con la Formica; dicendo: Io son nobile, e tu sei ignorante, io volo, e tu vai carpone per terra, io converso con nobili, e tu stai ascosa nella caverna della terra, tu rodi le biade, e bevi l’acqua, ed io mangio splendidamente con ozio, e piacere. All’incontro la Formica rispose: Io sono ignobile, ma son contenta della mia progenie; tu sei vaga, ed io stabile, e miglior sono a me l’acqua, e il grano, che a te il vino, ed i cibi delicati; io vivo contenta, sicura, e grata ad ogni persona, e sono esempio di fatica, e tu sei sempre con paura, a tutti nimica, ed a tutti odiosa; io mi ricovro l’inverno per riporre il vitto, e tu vivi alla giornata; e nell’Inverno ti muori di fame.

Sentenza della favola.

Meglio è la vita oscura, e sicura, della splendida, nel qual si vive con pericolo.


Delle Rane, e del Bue. 135.


L

a Rana desiderosa d’agguagliarsi al Bue, si gonfiava; ed il figliuolo le disse, che non facesse, perchè l’era impossibile assomigliarsi al Bue. Quella un’altra volta ne fece pruova; il figliuolo gridò, e disse: Madre non fare che creperai, e la terza volta quando volle provare crepò.