Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/241

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F A V O L E 227

Sentenza della favola.

Contra di coloro, e che in preda delle donne, contentandole, si donano.


Di un Asino, e due Viandanti. 233.


A

ndando due per viaggio, trovarono un Asino, e cominciarono a contendere fra loro di chi doveva essere, perchè tutti due l’avevano veduto ad un tratto. Contendendo essi insieme, l’Asino si partì, e nessuno di loro l’ebbe.

Sentenza della favola.

La favola dinota, che quelli, che non sanno usar le comodità presenti, per loro ignoranza le perdono.


Della Civetta, e degli altri Ucelli. 234.


G

li Ucelli dissero alla Civetta, che non volesse far più nido nelle Case, ma più tosto negli Alberi, e gli mostrarono una quercia picciola, dove averia potuto fare il nido, ed ella disse: Io v’ammonisco, che non vi fidate di quell’arboscello, che alle volte potria invischiarvi, ed ammazzarvi. Questi disprezzarono il suo consiglio, ed andarono di continuo intorno a quella quercia volando, e saltando. Gli uomini vi posero, il Vischio, e presero la maggior parte d’essi, i quali si pentirono aver disprezzato il consiglio della Civetta. Di quì avviene, che quando gli Ucelli veggono la Civetta la salutano, e le vanno intorno per intender qualche cosa da lei, come più saggia di tutti.

Sentenza della favola.

La favola ci raccorda a non disprezzar il consiglio di quei, che ci ammoniscono.