Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/249

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F A V O L E 235

ed egli rispose: Lo fo perchè non penso più a questa vita, che io la possi nudrire, nè ho d’affaticarmi più per trovare il cibo.

Sentenza della favola.

La favola ci ammaestra, che noi non dovemo temer la Morte, por cui tutte le miserie, e calamità dei Mondo si dissolvano.


Di una Donna, che piangeva la morte del suo Marito, ed il Padre la consolava. 252.


A

vendo una giovane il Marito vicino alla morte, piangendo era consolata da suo Padre, con queste parole: Non pianger figliuola, che io t’ho trovato un Marito più bello di questo, che ti mitigherà il dolore. Rispose la Donna: Di grazia Padre mio non mi parlare di Marito, che tutte le volte, che mi nomini Marito mi dai con un coltello nel cuore. Vedendo poi morto il marito, piangendo disse: Padre mio, dove è quell’altro Marito così bello, che voi mi volete dare?

Sentenza della favola.

Questa favola significa, che morto, che è il Marito, l’amor della Donna è passato.


Del Pavone, e d’un Soldato. 253.


U

n Soldato aveva ornato il suo Elmo di penne di Struzzo. Il che vedendo il Pavone disse: Io ho molto più belle penne.

Il Soldato prese il Pavone, e mise le sue penne nell’Elmo; Onde il Pavone privato delle sue penne, si doleva ch’egli stesso era stato causa del suo proprio male.