Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/251

Da Wikisource.

F A V O L E 237

ha dato i frutti di questo Mondo, acciocchè noi gli godiamo, e ne facciamo bene a tutti, e non a un solo come fanno gli avari. Nè ti dei maravigliare se prima la possessione era tanto fertile, ed abbondante di frutti, perchè allora serviva a tutti; ora serve ad un solo; perchè tante cose ricerchi.

Sentenza della favola.

La favola dimostra, che all’uomo liberale Iddio dona molte cose, acciocchè ai molti bisognosi possa sovvenire.


Di una Moglie, ed un Marito. 257.


U

na Donna di mala natura, essendo fortemente battuta dal suo marito per i suoi mali costumi, finse di esser morta, e giaceva in terra, così, non fiatava, nè si moveva. Il Marito conoscendo l’astuzia sua, disse: Ormai che la bestia è morta, io la voglio scorticare, e prese un coltello per incominciar da i piedi. Il che sentendo ella disse: Io non sono morta, e si levò in piedi.

Sentenza della favola.

La favola dinota, che vane sono l’insidie delle donne con l’uomo prudente.


Dell’Aquila, dello Sparviero, e del Nibbio. 258.


U

n Sparviero, ed il Nibbio vennero in contesa dinanzi all’Aquila chi di loro fosse più nobile. Il Nibbio lodava la sua fortezza, e velocità. Aspettando la sentenza dell’Aquila; ella disse: Andate a Caccia; e chi mi porterà miglior preda, giudichèrò esser più Nobile. Il Nibbio prese un Sor-