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F A V O L E 265

Di una Podestà, ch’aveva rubbato alla Provincia. 326.


I

l Podestà di una Provincia nel tempo dell’ufficio aveva rubbato assai, e venendo il tempo del Sindicato, e bisognando restituir il mal tolto facetamente fu detto da uno. Questo nostro Governatore ha fatto, come fanno le donne, che concepiscono con grande allegrezza, e partoriscono con gran dolore.

Sentenza della favola.

Questa favola è contra coloro, che si usurpano le robe d’altri.


Di un Vecchio, e della Morte. 327.


V

enendo la Morte per uccidere un Vecchio, fu pregato da lui, che aspettasse tanto, che facesse Testamento. La Morte rispose non volergli concedere tempo, perchè tante volte era stato ammonito, che si preparasse, e, non l’aveva fatto; Egli disse, che mai non l’aveva veduta, e che mai non l’aveva ammonito, ed ella rispose. Quando io ammazzava i tuoi compagni, e tanti fanciulli, e giovani, che tu ti sentivi mancar le forze, allora io t’avvisava, allora tu dovevi pensare alla morte, dar ordine alle cose tue.

Sentenza della favola.

La favola vuol significare, che siam sempre apparecchiati al ben morire, perchè non sappiamo nè il dì, nè l’ora della nostra morte.


Di un Avaro, e de’ suoi danari. 328.


E

ssendo un’Avaro vicino alla morte, fecesi portare tutti i suoi danari dinanzi, e cominciò a parlare loro, dicendo: O miei dena-