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278 D I   E S O P O

Di un pover’Uomo, ed un Asino. 354.


U

n pover’Uomo aveva solamente un Asino, e una botte di vino, e avendo maritata una sua figliuola le aveva promesso in dote tanto quanto avrebbe potuto vendere quella botte di vino, e quell’Asino. La notte seguente alle nozze, l’Asino morì, e dando dei calci nella botte, la ruppe, ed il vino si versò.

Sentenza della favola.

La favola ci vuol avvertire, che non dobbiamo fondare le nostre speranze in queste cose del Mondo, che sono sì frali.


Della Pica, ed il Cocullo. 355.


S

entendo la Pica fra le frondi il Cocullo, pensò, che fosse lo Sparviero, si mise a fuggire. Gli altri Ucelli, vedendola fuggire la dileggiavano, ed ella disse: io voglio più presto, che voi di me vi ridiate, che gli amici piangano.

Sentenza della favola.

La favola dinota, quanto l’uomo deve stare avvertito di non cadere in mano di qualche tiranno, che non gli perdoni, nè alla roba, nè alla vita, onde ne causi danno a se stesso, ed a suoi amici.


Di un Asino, ed un Servo. 356.


A

vendo un Servo maligno in odio l’Asino del Padrone, lo gittò da una gran ripa, e l’ammazzò, e disse poi al padrone, che da se era cascato. Il Padrone essendo povero, e non avendo danari per comperarne un altro, ciò che soleva fare l’Asino fe-