Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/293

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F A V O L E 279

ce fare al Servo: Il qual dolendosi di sì gran fatica, diceva fra se medesimo: Ciò che patisto, lo patisco giustamente, perchè io ho ammazzato quello, che mi levava questa patico.

Sentenza della favola.

Così i pazzi spesse volte per levarsi un peso da dosso, se ne mettono un maggiore.


Del Porco, e le Pecore. 357.


I

l Porco era ripreso dalle Pecore, che essendo ben nutrito, ed accarezzato dal Padrone, non facca alcun frutto, come facevano esse, che di continuo davano latte, e lana. Rispose il Porco: Il Padrone non mi fa queste carezze senza proposito, perchè come sarò morto avrà frutto da me.

Sentenza della favola.

La favola significa, che niuno dura fatica senza speranza d’alcun premio.


Di un Merlo, ed il Tordo. 358.


V

edendo il Merlo un Nibbio, che volava stridendo, e volteggiando come è suo costume, disse al Tordo: Vedi il Nibbio, come va fortemente minacciando, io temo assai il suo furore; rispose il Tordo: Non temer questo strepito, perchè queste minacce si spargeranno in qualche Sorcio, overo in un Pullicino; avemo da temer più lo Sparviero, le cui unghie prima sentiamo, che la voce.

Sentenza della favola.

La favola significa, che dobbiamo temere più i quieti, e taciti, che i parabolani, che bravano di parole.