Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/49

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arga, e sontuosa cena, dalla quale avendo Xanto tolte alcune delicate vivande, diedele al Esopo, dicendogli: Vattene a casa, ed a quella, che sopra ogn’altra cosa mi ama, in nome mio rappresentale: Esopo quantunque l’intenzione del Padrone avesse inteso, cioè che alla mogliera il presente facesse, nondimeno ricordandosi egli, che di principio quando egli venne in casa di lei fu ingiuriato, cercando scacciarlo di casa, pensò per vendetta dell’ingiuria ricevuta farle un dispetto, che fino al cuore l’affliggesse. Giunto dunque a casa Esopo, ed itosi alla Padrona mostrolli quanto nella sporta recato aveva dicendo: Madonna queste delicate vivande manda il tuo marito non a te, ma a quella, che gli vuol bene, ed a quella, che come egli ha detto, sopra ogn’altra cosa sommamente ama; e così detto, chiamando la cagnuola, la quale Licena chiamavasi, le vivande, che portate aveva diede, e facendogli vezzi, diceva. Togli gentil Licena, te mangia, fedel Licena, poichè il nostro Padrone a te, come a quella, che esso caramente ami sopra ogn’altra creatura, l’ha mandate. Ritornò poi Esopo al Padrone, il quale incontante addimandandoli s’egli aveva il presente fatto a quella, che sopra ogn’altra cosa amava; egli a lui rispose: Ogni cosa io diedi a quella stessa la quale, me presente, il tutto mangiò con molto appetito. E Xanto allora disse: ella mentre che mangiava, a me nulla disse: rispose Esopo: ma ben m’avvidi, che ella fra se stessa molto affettuosamente ti ringraziava. Se la donna ebbe per male il presente alla cagnuola fatto, agevol cosa è il congietturarlo, quando, che come s’intenderà poi, ella