Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/76

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ciò esser falso, non ho voluto mai in tai sogni rompermi il capo, e seccarmi il cervello: però perdonarmi dovete, se io non sapesse quel fatto dell’Aquila interpetrarvi. Ma perchè tanto desiderate l’interpretazione, acciocchè non siate in timorosi dubbj avviluppati, mostrerovvi la via, per la quale potrete del vostro desiderio soddisfarvi. Tengo io un servitore, il quale di cotesta arte dell’indovinare, e di tai pronostici dilettasi, egli potrà (credo), e saprà darvi la risoluzione del vostro quesito; saria adunque buono (a voi parendo) farlo quivi chiamare. Se potrà sodisfare lor della mia dichiarazione, tu ne riporterai non poca lode: io aver tu un servitore cotanto sufficiente: Ma se io non dirò cosa, che soddisfaccia, tutto il carico, e la vergogna sarà mia, e della riputazione tua nulla perderai.


C A P I T O L O   XLIV.


PIacque questo consiglio a Xanto, il quale venuto nel Teatro, là dove erasi il popolo congregato, desideroso di sentire sopra il prodigio la diffinizione sua, parlò nel modo, che Esopo consigliato l’aveva; laonde tutti ad una voce gridarono: Venga quel tuo servitore, venga spacciatamente. Esopo come fu giunto ogn’uno adocchiato l’ebbe, risuonò un gran pezzo il Teatro per le gran risa del popolo, perchè quella rara deformità, e singolar bruttezza, furono i bisbigli infiniti; e chi diceva; Oh bel viso di dotto; altri; O bel vaso di scienza; altri: Cotesto saprà parlare? ed altri dicevano: Chi sa forse, che l’un prodigio dichiarerà l’altro; ed altri altrimente. Queste tali mormorazioni sentendo Esopo, arditamente, e senz’alcun rossore disse: Si-