Pagina:Landi - Vita di Esopo, 1805.djvu/77

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gnori miei se quì m’avete fatto chiamare, per farvi ridere, avendovi in ciò sodisfatto, potrete ora lasciarmi andare; ma altro da me volete, che sia di qualche importanze, perchè così mi sprezzate, e schernite; Forse perchè io sia in cotesto modo mal fatto, e sproporzionato; tale mi ha fatto la natura, di cui è la colpa, e l’errore, e non mia. Ma in ben mi ricordo, che egli non è ufficio di uomini prudenti, e giudiziosi, voler di un uomo per l’apparenza del viso, e delle membra del corpo far certo giudizio: bene dalla mente, dall’animo, che dentro ci sta rinchiuso dovete giudicare. E quantunque egli sia cosa che vedere non si possa, nondimeno le opere, che da lui procedono, sono quelle, che fanno la sua grandezza, e l’eccellenza conoscere. E siccome non si ha considerazione della botte, ma solo del vino, che dentro vi sta riposto; così non si deve dell’uomo far giudizio per il corpo, ma bensì per la sostanza, che sia in esso; perchè bene spesso noi veggiamo un uomo aver bella scorza, e dentro poi esser guasto, e fracido: e pel contrario ancor trovasi un frutto mal fatto, e da rozza, ed oscura pelle coperto, poi esser dentro pieno di dolce, soave, e delicato succo.


C A P I T O L O   XLV.


CEssarono le risa de’ Samj, perchè ebbero udito il sentenzioso parlare di Esopo, e grande ammirazione presero della prudenza sua, e perciò umanissimamente pregarono, che volesse ciò, che di quel prodigio sentiva, esporre, e levar dalla Città tanto terrore, e spavento. Allora Esopo cominciò queste parole; Signori, voi dovete sa-