Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/110

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IL SECONDO LIBRO


tutti quelli che vogliono dar favore alle lor compositioni, non niego io certamente che volentieri fatto non l'havessi, se di me, tanto mi havessi potuto promettere, ma ricordandomi d'esser nato nella citta di Milano, et fra Longobardi longamente vissuto mi venne al cuore una certa diffidenza, la quale, di sorte m'impaurì, che subito abandonai il pensiero di scrivere toscanamente, et ricorsi à quella forma di parlare che già preso havea, parte della mia nudrice, parte anchora da migliori scrittori. Et se la Signoria vostra mi fusse stata si cortese et liberale de suoi scritti, come fu della borsa mentre fui appresso di lei, gli vedreste hora in un stile piano et dolce, distesi, la onde legger ve li bisognera in un stile rozzo et zottico, da non potersi per industria veruna ammorbidire, vostro danno monsignor mio, se piu eloquenti non sono di quel che li vedete, io non ne posso più, ho fatto quanto sapeva pèr mostrare qualche segno della volunta mia verso dui prelati honoratissimi, et perchè il mondo nega et intenda non esser anchora talmente dalla fortuna sbatuto, che io non sia nell'amore et protettione de dua più gentili Signori, c'habbia la Chiesa d'Iddio, et qui baciandovi le mani con riverentia, faccio fine di scrivere, Iddio pregando che sempre essalti vostra a molto illustre persona, di Lione.