Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/18

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IL PRIMO LIBRO


NOMINE DOMINI. Veramente tutte le volte ch'io vego alcuni più chel dovere, de cavalli amici, cosi penso incontanente fra me stesso, et dico, Tra l'amante et la cosa amata conviene gli sia qualche similitudine, altrimenti non si crearebbe mai si ardente amore, poi che adunque costoro ne sono tanto vaghi, poi che segli fanno in tutto schiavi, poscia che altro non appetiscono et per haverne mandano hora nel reame di Napoli, hora in Turchia, et hora in Ispagna, certo che deveno anch'essi havere del cavallo, et deveno participare di quella bestial natura. Non voglio al presente raccontare tutti gli incommodi, che essi n'apportano, si nelle case nostre, come ne viaggi, dove se trottano ti rumpano le reni, et se vanno all'ambio troppo spesso inciampano, sono oltre questo (si come riferisce Absirtoco gli altri scrittori dell'arte veterinaria) soggetti a tutte l'infirmita alle quali soggetti sono gli huomini, lasciovi di dir il rimanente de fastidi che ne dano, per non trapassare da un Paradosso, all'altro, bastavi che non sieno da desiderare e beni di fortuna per accommodarsi; anzi per meglio dire, per incommodarsi di cotal cosa ma per che si bramano adunque tanto? bramansi forse per possedere Diamati, Rubini, Topatii, Smiraldi, ò altre simili gioie? Se per questo si bramano, fassi nel vero troppo vanamente, non veggiamo noi che il pregio di quelle, consiste ò nell'appetito de ricchi