Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/217

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DE PARADOSSI 105

(come un verace essempio di leale amistà introdurgli a parlare insieme nel suo libro intitolato dell'amicitia? di modo che sforzato mi pare al suo dispetto, ò formar dui Lelii) il che non si truova appresso di alcuno istorico, ò ver comettere disordine facendo parlare Catone come veglio, effendo quasi di giovanile età, a queste espresse contradittioni, dovea piu tosto por mente, che beffarsi di Aristone Chio c'havesse introdotto Tito ne à parlare della mala età, (che cosi esso chiama l'età inchinata et caduca) non e dubbio che Aristone quantunque rifuggito si sia alle favole de poeti, non habbi almeno introdutto persona di età matura secondo che alla proposta materia si conveniva egli riprende facilmente altrui ne avertisce questo losco quanto esso sia molto più degno di riprensione, ma questo sol non intendo che bastevol mi sia per publicarlo ignorante dell'istoria, lo mostraro anchora piu chiaramente. Scrive nelle sue Paradosse che C. et P. Scipioni fussero dui propugnacoli della guerra Punica. ò cervello fatto a lambicco, come poi tu questo si strabochevolmente affermare, sendo morti in Spagna et havendo sempre combattuto per l'acquisto et per la diffesa di detta Spagna? io per me, non so dove ti havesti all'hotta il capo, non sapevi tu che la prima impresa che havesse doppo la morte loro, Affricano, si fu in Ispagna? donde si fece poi la via al combattere dinanci a Cartagine con


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