Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/30

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I L P R I M O L I B R O

de, non dimeno (come ogn'uno sa) abondo d'ogni virtù, et hebbe sopra ogn'altro acutissimo intelletto. Di molta laidezza fu Zenone filosofo, fu brutto Aristotile, fu brutto Empedocle, bruttissimo fu Galba, ma d'ingegno et d'eloquentia nel cospetto di ciascuno illustrissimmo sempre apparve. Non puote già la brutezza di Filopomene impedirlo che egli doppo lesser stato valoroso soldato non divenisse anchora invittissimo capitano, et à suoi cittadini per le molte virtu gratiosissimo, potrei dir de molti altri, che per desiderio di brevità al presente tralascio. Sono anchora e' belli per la maggior parte piu malsani, meno robusti, meno sofferenti de disagi, anzi (se bene avvertir vorremo) quasi tutti molli, et effeminati li vederemo sempre. Non veggiamo noi altresì et per e' scritti de fedeli Istorici, et per una cottidiana isperienza, rade volte avvenire che la bellezza di alcuno sia grande et la castità non sa picciola? conciosia cosa che difficilmente si custodisca quel che da molti avidamente si appetisce. E quante donne belle vengonsi hoggi di per Italia che parimenti pudiche tenute sieno? Io son più che certo, che nella patria mia le più vaghe et belle, sono reputate le piu lascive et le meno honeste, et cos parmi che avvenga in ciascadun'altro luogo (se il mio avviso non m'inganna che facilmente ingannare mi potrebbe) si che, estremamente mi maraviglio di quelli che si lamen