Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/38

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IL PRIMO LIBRO

et Nicolò Picino? che littere hebbe, Gattamelata che appena sapeva sottoscrivere il proprio nome? Senza lettere era il Tolentino, senza lettere il Conte di Pitigliano, senza lettere Consalvo Ferrante, non lesse mai Vegetio, ne Frontino, l'Alviano, ò il Trivulzo, et pur ogn'un sa di quanto valor fussero. Non crederò similmente che al famigliar governo in parte alcuna giovino, onciosia che sovente veduto m'habbia honoratissime madrone, le quali, non furono mai al studio di Parigi, ne à quel di Padova, et talmente però le case et i vasalli reggono ch'ogn'uno ne rimane pien di stupore, et Arislotele con Senofonte, che di tal soggetto: scrissero, resterebbono di ciò confusi, anzi se presenti stati fussero, non dubito, che nuovi precetti non havessero dalla loro attioni, ne suoi libri traportati. Deh che direste Aristotele se hora vedessi la destrezza che nel commandare et eseguir usa la signora donna Cornelia Piccolomini contessa d'Aliffe? penso indubitatamente che direste per lei non scrissi, ne per lei tal assunto presi, et ti maravigliareste di vedere in una giovane donna, providenza infinita delle cose che avenir possono, maiesta nell' appresentarsi, severita nel corregere, mansuetudine nel conversare, et liberalità nel remunerare chi di buon cuore le serve, ma di lei per hora non parlero più, forse che un giorno mia penna manifestara meglio al mondo le sue divine qualità, et alle lettere fo ritorno, le quali,