Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/43

Da Wikisource.

DE PARADOSSI 18

ni percuotendo del capo e murì, il Savonarola c'hebbe spirito profetico, et huomo fu di tanta dottrina da Pappa Alessandro fu in Firenze arso, Pier leone da Spoleto fu gittato in un pozzo, à Thomaso moro s'è visto mozzar il capo, altre tanto s'e veduto fare al dotto vescovo di Roffa il Signor Gioan Francesco Picco fu da suoi terrazzani ammazzato. Non diro de tutti, perche sarebbe una fatica da spaventare un'Hercole, ispetialmente se aggiunger vi volessi la disgratia di qnelli che vanno quasi mendicando il pane d'uscio in uscio, et per la calamità qual seco portano le lettere non trovano ne da Principi, ne da reverendi prelati, chi dia lor fuoco al cenchio, andatene un poco per le corti de principi et vedrete in quanto favore sieno le lettere. So io che nel Reame di Inghiltera poca gratia, et poco trattenimento hanno i litterati, et in quel di Francia non dirò già minore, ma diro bene che non hanno quel che essi vorrebbono et par loro di meritare. Chi governa Carolo V. d'Austria? à chi da egli e suoi Reami a governare? quanti literati potete annoverar nella sua corte? crederemo noi che arivassero a due paia, il simile si po ben dir di Ferdinando re de Romani. Certo chiunque andera scorrendo la corte di Eerrara, di Mantova, et d'Urbino, trovera per tutto servarsi simil metro, egli e ben vero che da pochi anni in qua, apparito e ne confini d'Italia et di Alemagna un dignissimo prelato che molto


C ii