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Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/44

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IL PRIMO LIBRO

le ama et molto le stima, et qualunque n'e studioso, et vezeggia, et mirabilmente honora, ma se savio sarà, come d'esser dimostra, non perseverera longo tempo in s fatto proposito, et nel vero sarebbe troppo gran peccato che si valoroso signore guastasse col studio si vigorosa complessione, et pel mezo delle lettere si facesse le stelle nemiche, le quali fin'hora proveggiendoli de dui grassi vescovati, anzi de dui principati, state le sono molto propitie et benigne. Deh quanta pieta mi viene al cuore, quando odo che qualche gentil spirito si da alle lettere, quanto mi rincresce che monsignor mio di Senegallia per l'amor che meritamente le porto ne sia tanto fervente amadore. ‘ Come mi fa male, che il gentilissimo protonotario Dandino se gli sia fitto in sino a gli occhi, deh come anchora fortemente mi rincresce che il vertuoso signor Emilio Feretto non sene sapia mai (per cosa che gli sopravenga) spiccare, et quanto mi dispiace che il galantissimo sgnor Gabriel Cefano habbi deliberato invecchiarvi, consumarsi tutto et finalmente morirvi, dall'altro canto, quanto mi ralegro, che il cavaglier Gazuola col magnifico messer Paulo Foffa l'habbino abandonate, vorrei che simil consiglio seguitassero il mio sgnor Mario Galeotta, Ottaviano Ferrerio, Annibal della Croce, et Alberto Lollio col rimanente dell'academia delli Elevati, acciò non avvenisse a loro delle disgratie che avenir soglio