Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/72

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IL PRIMO LIBRO


gravissimi huomini à quello in tutto si donarno. Noè in prima, piantò la vite, et al benigno liquore d'indi ne n(v)enne, fu deditissimo, di cui non furono già pero meno amici, Agamenone, Homero, M,Antonio, L.Cotta, Demetrio, Tiberio, Claudio, Bonoso, imperadore, Alcibiade, Catone Pacuvio cosso, Ennio, Filippo, Eraclide, et et il figliuolo di Tiberio, ne pero alcuno de questi fu per il vino men saggio et virtuoso. Furono del vino avidissimi e' Tartari, ma più di loro e Perfiani, et fra capacissimi bichieri di cose importanti sovente consultavano, il che fu anchora solito farsi da Tedeschi (se il vero afferma Tacito nella descrittione de lor costumi) Furono li Macedoni del vino sopra gli altri huomini vaghi et Alessandro nobil conflitto constitui del bere, dettesi al vino sopra modo Mitridate, perde egli per questo di modo il ceruello che xxxx anni virilmente contra Romani non combattesse? Certamente mi doglio di non haver parole atte ad isprimere le singolari virtu che seco porta, ch'io farei stupire ogn'uno di maraviglia, non merita egli somme lodi facendo gli huomini d'aspri et difficili, piacevoli et affabili? de mutoli, facondi? de timidi, securi et franchi, anchora che soli et ignudi fra mille armati si titrovino? non ha egli fatto divenir famosa Ungaria, Boemia, Francia, Alemagna Polonia, et tutta finalmente la Gretia? Della Italia, mi raporto a Plinio, il quale scrive, esservi stata