Pagina:Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena.djvu/10

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modo consistente proprio la zona attorno a largo Garibaldi, situata quasi al centro dell’antica città romana. Durante i lavori per la costruzione dei nuovi quartieri vi furono anche dei rinvenimenti occasionali di rilievo, resti di edifici con colonne e mosaici, di pavimentazioni stradali, ma nonostante ciò non furono purtroppo effettuati scavi estesi e regolari come aveva auspicato Crespellani. Negli stessi anni anche ad Ovest della città, fuori Porta S. Agostino, opere di urbanizzazione portavano alla luce nuovi rinvenimenti funerari che si andavano ad aggiungere a quelli già effettuati nei secoli precedenti in questa zona.

Nei primi decenni del Novecento furono ancora soprattutto le scoperte casuali, effettuate durante la costruzione di edifici o di altre opere di trasformazione e ampliamento della città, a restituire frammenti del glorioso e celebrato passato di Mutina. Durante l’edificazione di nuove aree urbane al di là del perimetro della città romana furono scoperte varie testimonianze delle ricche necropoli di Mutina, come ad esempio la stele di Marcus Paccius Orinus, Magister Apollinaris, venuta in luce nel 1934 a seguito della realizzazione di opere fognarie in via Valdrighi. Figure meritorie di studiosi locali come Adamo Pedrazzi, Fernando Malavolti, Emilio e Cesare Giorgi, Maurizio Corradi Cervi furono attivamente coinvolte, soprattutto nel corso degli anni ‘30, in varie ricerche e studi, alcuni dei quali di notevole importanza, come il rinvenimento del mosaico tardoantico di vicolo S. Maria delle Asse, i sondaggi che portarono alla probabile individuazione dell’area dell’anfiteatro, gli scavi in piazza Mazzini e piazza Matteotti.

Il dopoguerra e ancor più gli anni “60 e ‘70 del Novecento furono i momenti di massimo sviluppo urbano. Anni strategici per il rinnovamento della nazione e per la crescita della città; ma il forte impulso allo sviluppo economico e la mancanza di un organico numericamente sufficiente all’interno della Soprintendenza non favorirono certo un atteggiamento di particolare attenzione verso le vestigia archeologiche. Furono diversi i rinvenimenti di cui ci è giunta qualche testimonianza, a partire da quelli effettuati nel centro storico della città: fra questi il sarcofago di piazza Matteotti nel 1947, i resti di domus con mosaici trovati sotto gli edifici delle sedi centrali della Banca Popolare dell’Emilia in via San Carlo nel 1956, della Cassa di Risparmio di Modena (oggi Rolo Banca) in piazza Grande nel 1963—64, e del cinema Capitol in via Università nel 1967.

Contestualmente l’ampliamento dei quartieri periferici ad Est, ad Ovest e a Nord della città portò alla luce altre importanti testimonianze monumentali ed epigrafiche delle necropoli mutinensi. In quegli anni si persero occasioni straordinarie per conoscere la storia, i monumenti, l’organizzazione di Mutina, e se non fosse stato per l’intervento di alcuni

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