Pagina:Latini - Il Tesoro, 2, 1877.djvu/115

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E sappiate, ch’egli ingenera figli, e non ova1 e porta dieci mesi. E quando gli ha fatti, ed ella li nutrica del suo latte2. E quando ella vede pesci di che li figliuoli temano, ella se li mette in corpo, e tanto li vi tiene, ch’ella vede luogo sicuro3. E vivono trenta anni, e muoiono di piccola fedita ch’elli abbiano4. E mutano la lingua. Ed a nullo altro animalo d’acqua addiviene quello che a lui5, che mentre ch’egli sta sotto l’acqua non può inspirare. E però ispesso viene di sopra dell’acqua, secondo che l’uomo lo puote vedere quando lo truova in mare6. E la voce somiglia

  1. Aggiunto figli (voluto dal contesto) e non ova, col t: filz, non pas oes.
  2. Il t: et gardent et norrissent. Manca al t, quando gli ha fatti.
  3. Il t et quant lor fils sont en lor jouente, il les accueillent dedanz lor gorge, por miels garder les.
  4. Il t varia, ed aggiunge: et vivent XXX anz, celonc ce que gens dient, qui l’ont essaiè as coes, que il lor tailloient. Et lor bouche n’est pas là où li autre peissons les ont, ainz est près dou ventre, contre la nature.
  5. Il t: et nule beste d’aigue ne muet langue si li dalfinos non; et lor aspiremenz etc. La lezione di Bono è migliore: perchè il mutamento della lingua non avviene in alcun animale nè d’acqua, nè d’aria, nè di terra. Fra gli animali d’acqua era da notare questo fenomeno della respirazione dei delfini.
  6. Secondo che l’uomo puote vedere quando lo truova in mare, glossa del Volgarizzatore, che è pure nel ms. Vis.