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medesimo: Chi odia il lusinghiere, spegne malizie

’. Guarda dunque che tu non parli ad uomo (liscordioso, e che non metta legna in suo fuoco. Tullio dice: La zuffa de’ cani ’ dee l’ uomo del tutto ischifare, cioè gli uomini che tutto dì abbaiano come cani. Che di quelli, e dì altri simiirlianti, dice nostro Signore: Non gittare pietre preziose intra’ porci.

Appresso, guardati da tutti li rei uomini; che Agostino dice, che sì come il fuoco, che cresce sempre per crescervi legna, cosi il malvagio uomo, quando ode maggiore ragione, cresce in più fiera malizia, che in mala anima non entra sapienza.

Appresso, guarda che il tuo segreto tu non parli a ubbriaco, ne a mala femina. Che Salomone dice, che dove rea’ua ebrietà, non v’ è occulto nulla Lo maestro dice; Le femine sanno celare quello ch’elle non sanno. Ed in somma, ti guarda sempre dinanzi cui tu se’^ e molto bene considera lo luoao: che ha mestiere di dire al 1) La stampa: dà !) lusinghiere, stende malizie Corretto in chi odia il lusinr/hiere, sjh’^ne malizie, col ms. Berg-. e Magliabecliiano 48, colla sentenza di Salomone citata (V. Illustrazioni), ’ì col t: f/n.i he’ janglcris, il estaint malice.

2) Corretto via, in zuffa, col t: la lencon des chiens. Deve dire cinici, anzi che can’’. Albertano: ratio cinirorum jìcnitns abjcienda est. È nota l’attinenza fra i cinici ed i cani, SI nell’ etimolofria che nell’ etica.