Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/420

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doverne noi pregare, che nostro pensiero sia sano,

che Salustio dice, che lo aiuto di Dio non è guadagnato per solamente desiderare, e per nulla fare ’; anzi per vegghiare, e per fare bene, e per prendere buono consiglio vegnono tutte buone virtudi. Quando tu sarai abbandonato a cattività, e a malvagità, non pregare * a Dio, che egli è cruciato ver te, Seneca disse: Sappi che allora tu sarai pui-o ^ dell’opere di voluttà *, quando tu non pregherai Iddio di nulla cosa che non potresti domandare tutto apertamente ^ Egli è grande disvaglio dell’ uomo consigliare a Dio lo villano ^ desiderio: e se alcuno ne viene ascoltarlo, egli si tace, e dimanda a Dio quello ch’egli non vole che gli uomini sappiano. Però dèi tu vivere con

1) Corretto avere femine, in nulla fare, col t: par nient faire. Il Sorio postillava: per preghiere da femine. È la lezione di Sallustio, ma non del t, e noi non dobbiamo rifare il t.

2) Corretto piaci, in pregare, col t: ne prier pas Dieu. 3; Corretto lordo, in puro, ed aggiunto allora, col t:

tu seras lors délivrés.

4) Mutato volontà, che altrove Bono tradusse malvagia volontà, in voluttà, col t: convoitises.

5) Aggiunto che non potresti domandare, col t: que tu ne porras demander tout en apert. La stampa leggeva se lu vuoli nulla cosa, dimandala.

6) Mutato di, in lo, col t: les vilains desiriers. Migliorata anche l’interpunzione col t.