Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/561

Da Wikisource.

557

E un altro savio disse: Chi non sa tacere, non

sa parlare (Albertano).

Nemo stultus, tacere potest (Diogenes. Polianthea loc. cit.)

Aurum tiuim et argentum tiium confia, et verbis tuis facito stateram, et fraenos ori tuo rectos; et

attende ne forte labaris in lingua ne sit casus

tuus insanabilis in mortem ( Eccl. XXVIII, 29). E Salomone disse: De l’ oro e de l’argento fae burbanza, et de le parole tue fae statiera; poni a la tua bocca li diritti freni, e guarda no per avventura discorressi ne la liugua, e che ’1 caso tuo non sia insanabile ne la morte (Albertano, Op. cit.)

Cathon dit: Ire empesche le courage que il uè puet tiner la veritè. Il Veratti nota nell’ediz. di questo settimo libro del Sorio: Questo antico verbo francese passato in Inghilterra, vi dura tuttavia in onore. Esso è divenuto il verbo: to try: far iirova, fare sperienza, esaminare, discutere^ ed è verbo solenne nel foro, ove vale far processo. Da esso vengono, trier, saggiatore. e trial, prova, sperienza, saggio, lite, processo. Pe’ Grigioni truar è giudicare.

Quae culpare soles, ea tu ne feceris ipse: Turpe est doctori, quum culpa redarguit ipsum

(Dionis. Cato De Morihus, lib. I dist. 30).