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VIII PREFAZIONE

pregiudizio se valse, almeno in quelle due stampe, a preservare la poesìa jacoponica dallo strazio che copisti, editori e chiosatori hanno per ignoranza, o per un malinteso rispetto della lingua, tante volte esercitato sulla poesìa e sulla prosa italiana delle origini.

Ma l’esempio del Modio e il giudizio di autorevoli bibliografi1 non mi avrebbero distolto dal proposito di tentare anch’io, e non saprei con quale fortuna, una di quelle edizioni alle quali più sopra ho accennato, se un passo del Proemio del Bonaccorsi non mi avesse fatto accorto che l’edizione fiorentina ci offre un testo più antico e realmente più accettabile di quanti sono a nostra conoscenza. Scrive infatti quell’editore: ‘Qualunque persona deuota... sapia per uero come circa la impressione presente, a fine che fusse emendata quanto più si potesse: & reducta alla purità anticha, che si troua molto alterata in più libri: è stata usata questa diligentia, cioè che si sono hauute due copie de tale laude cauate studiosamente da doi exemplari Todini assai antichi: & più copiosi & migliori che si trouino in quella città: & doi altri uilumi pur antichi in buona carta, facti con diligentia: de quali uno appare scripto nella città de Perugia: dell’anno .m.cccxxxvi. trovato in Firenze: de laude .xc. & non più & molti altri uolumi de diuersi religiosi: & de altre particulari persone, trouati pur in Firenze’2.

Il Bonaccorsi adunque poté disporre di molti codici; ma egli volle metterne a profitto specialmente due, todini e assai antichi, i quali si trova-


  1. Cf. Audifredi, Specimen editionum Italicarum saeculi XV, Romae, 1794, p. 319 e Gamba, op. cit., p. 120, n. 477.
  2. Cf. il Proemio a p. 3.