Pagina:Laude (Roma 1910).djvu/146

Da Wikisource.
124 JACOPONE DA TODI

Quel per alcun tempo ha reposato,
     lo compatente ce sta cruciato,
     nocte & giorno con lui tormentato,
     et mai non posa.96
Non pò l’om sapere questa cosa
     se non la caritate chi l’à enfusa,
     como nel penato sta retrusa
     a parturire.100
Partàmone ormai dal nostro dire,
     et retornimo a Christo nostro sire,
     che ne perdoni lo nostro fallire
     et dìene pace.104
Lo uostro dicto, frate, sì ne piace,
     però che uostro dicer è uerace;
     de sequir noi tal uia sì n’aiace,
     che ne saluimo.                Amen.108


De l’amor diuino & sua laude.          .lxxxi.


     O Amor, diuino amore,       amor, che non sè amato.
Amor, la tua amicitia       è piena de letitia,
     non cade mai en tristitia       lo cor che t’à assagiato.
O amor amatiuo,       amor consumatiuo,4
     amor conseruatiuo       del cuor che t’à albergato!
O ferita gioiosa,       ferita dilectosa,
     ferita gaudiosa,       chi de te è uulnerato!
Amore, unde entrasti,       ché sì occulto passasti?8
     nullo segno mostrasti       unde tu fusse entrato.
O amor amabile,       amor delectabile,
     amor encogitabile       sopr’omne cogitato!
Amor, diuino fuoco,       amor de riso & gioco,12
     amor non dai a poco,       che sè riccho smesurato.
Amor, con chi te poni?       con deiecte persone;
     et lassi gran baroni,       ché non fai lor mercato.
Tale non par che uaglia       en uista una medaglia,16
     che quasi como paglia       te dai en suo tractato.
Chi te crede tenere,       per sua scientia hauere,
     nel cor non può sentire       che sia lo tuo gustato.
Scientia acquisita       mortal sì dà ferita,20
     s’ella non è uestita       de core humiliato.
Amor, tuo magisterio       enforma el desiderio,
     ensegna l’euangelio       col breue tuo ensegnato.