piene -d ’appettati fofpctti, fcuoteuane ’
l’intatta RepubJica, e d’adagiarli in fcno
di quegli honorati diporti, che, inuidiabili alle memorie, gli dichiarai! ero macftri delfaper viuere. Io chiamciolli,non
co’ loro, ma con mici nomi; e di lor palone dirò quel tanto, che può réder credibile la verità di ciòcche icrono»e maggiore la ftima di ciò, che io fcriuo.Furono Viiginio,Odoardo,Aleisadro,e Carlo i quattro giouani. Amati pai im ente
dalla Nauira, e dalla Fontina, haucuano col fior del (angue, dell’etate,c delle
mcmbra,accoppiato quel dell’ingegno,
enell’Academiade gli Addonnentati;
ma più in quella d’Amore, lungamente
affinandoli, eranfi auezzi à farli ammirare, qualhora fi faceuano intendere.Le
Dame chiamaronfi Clarice, Felicita.,,
Aurilla, e Flerida, sù le quali, fe ben’io
potrei dire ad vn tratto, che il Cielo fi
fòiTedi.’uuiatoncU’abondanza, e lambiccato nella finezza; nonpextanjonó
debbo particolareggiate, accioche tofe fingolarifiìme non vengano ad ap r
prenderli fotto d’vn commune cocetto.
Era la beltà della Clarice condita da
vna tal languidezza di. moti, che più
amabile la rendeuanp^non menpoutn~te; anzi incorai guifa meglio vinceua -, ’percioche altri, da età non nioto,l «Y
fierezza, menjì guardaua. ■ N ci voiDigitalizzato da Google