Pagina:Le Istorie Trentine in compendio ristrette 1847.djvu/72

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Nel luogo ove i tre Martiri furono messi a morte, luogo che mutò il nome di Meto in quello di Sansisinio, detto poscia malamente fin al di d’oggi Sanzeno, operò Vigilio che fosse eretto un tempio nel quale ei collocò reliquie de’ Martiri; delle quali parte mandò a Simpliciano successore di santo Ambrogio, dono carissimo ai Milanesi, che ascrissero alla protezione di questi Santi la vittoria riportata contro un tedesco Imperatore; parte ne trasmise a san Gaudenzo vescovo di Brescia; parte a san Giovanni Grisostomo in Costantinopoli; e parte ne ripose nel tempio ch’edificò in Trento nel luogo dove ora si ammira la magnifica nostra cattedrale. Di questi tre Martiri fecero menzione parecchi scrittori contemporanei, sicché la fama se ne divulgò per tutto il mondo cattolico. San Vigilio scrisse di loro anch’egli nelle sue epistole che si leggono raccolte presso il Ruinard ne’ suoi Atti sinceri de’ martiri. Girolamo Tartarotti da Rovereto pubblicò sul martirio de’ Santi nauni un libro che merita di essere per la edificazione de’ nostri Diocesani ristampato, non però senza note di qualche Naune meglio di Lui conoscitore de’ luoghi.

Vigilio morì alla fine martire anch’esso nella valle di Rendena dove ha sorgente il fiume Sarca, per mano di que’ villici idolatri che ultimi restavano da convertirsi. Si portò egli, benché presago di ciò che gli sarebbe avvenuto, sulle rive del Sarca, là dov’era una statua di Saturno da loro adorato. Per mostrare ad essi come nulla fosse la potenza di quel loro dio, percossa la statua, rovesciolla nel fiume. E saliva sulla base di quella per annunziare loro la vita,