Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/121

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libro secondo 113

Un albero che frutti più non reca,
Abbandonan gli augelli, e quello stagno

Che s’asciugò, abbandona il littorano1.
Un avvizzito fior lasciano l’api,
Lascian gli augelli un bosco incenerito;


Le cortigiane un uom che impoveria,
Abbandonano tosto, e un decaduto
Prence i ministri. Oh! veramente bada
Al suo vantaggio ognuno, e tal che sia
Vero amico di tal, non si rinviene! —


Mentre io così andava pensando, ecco che i miei servitori erano passati al servizio dei miei nemici. Vedendomi solo e impoverito, mi andavano schernendo; ma a me, standomi solo e tra la veglia e il sonno, sopravvenne una altro pensiero: Io, questa notte, andrò alla cella di cotesto falso penitente, e, come adagio adagio avrò rosicchiato il sacchetto dei denari di cui, ora, s’è fatto un guanciale, mentre egli sarà immerso nel sonno, tirerò alla mia tana il mio denaro perchè poi, con la sua potenza, io ritorni a regnare come prima: Ora, è stato detto:


D’alto lignaggio come fan le vedove,
Turba la mente sua la gente povera

Di cento voglie che non si soddisfano.

Di malanni e di dispregi
È per gli uomini cagione
La malvagia povertà.
Sol per essa dai congiunti
Quale in conto d’uom ch’è morto,
Uom ch’è vivo in conto s’ha.
È al grado estremo
D’ogni disprezzo,
È a punto tale
Che fa ribrezzo,
Bersaglio eterno
Della sventura,
Dalla miseria
Quei c’ha bruttura.
Si vergognano i congiunti
di chi spiccioli non ha,
Anche celano di lui
La consanguineità,
E chi avanti gli era amico
Suo nemico a farsi va.


È viltà della persona,
È ricetta d’ogni affanno,
È sinonimo di morte,
Povertà per quei che l’hanno.

Fugge la gente l’uomo poveretto
Come di polve il turbine si fugge
Che levò l’unghia di capre e di muli,
O come l’ombra ch’è di dietro al letto2.

Alcun che si può ancor fare
Con la creta che restò
Dopo ch’ebbesi a lavare3;
Ma in che devesi adoprare
Uom che povero restò?

Per far suoi doni
A un ricco ostello
Anche se giunge
Un poverello,
«Egli è un mendico!»
Tosto si dice.
Oh! dell’uom povero
Stato infelice!


Se, tuttavia, mentre io tento di ripigliarmi il mio avere, mi toccherà di morire, anche questa sarà cosa onorevole. Perchè è stato detto:


D’uom che vide rapirsi i beni suoi
E resta ancora in vita,

L’acqua lustral ch’egli offre, i padri suoi
Non hanno per gradita4.

  1. L’augello littorano.
  2. Credono gl’Indiani che sia cosa di malaugurio lo star dietro ad un letto.
  3. La creta che s’adopera per pulire e lavare vasi e suppellettili.
  4. L’acqua lustrale che si offre dalle persone pie alle anime degli antenati.
Pizzi, Novelle Indiane di Visnusarma. — 8.