Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/160

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152 novelle indiane di visnusarma

Però, a questo punto, io ho alcuna cosa da dire, la quale tu tenendo bene in mente, avrai da operare in conformità. — Megavarna disse: Parla! si farà secondo il tuo avviso, non diversamente. — E Stiragivin rispose: Ascolta dunque, o figlio mio, quale espediente ho io immaginato, quinto dopo gli altri quattro, il primo dei quali è l’alleanza. Fattomi d’un tratto tuo nemico, tu mi devi assalire con dure parole; e perchè le spie dei nemici comincino ad aver fiducia in me, tu mi devi lordar di sangue accattato in qualche parte e cacciarmi abbasso, ai piedi di quest’albero di fico. Devi poi andare al monte Risciamuca laddove ti terrai con tutta la tua gente. Io intanto come con arte bene acconcia avrò condotto i nemici tutti a fidarsi di me, certo ornai di riuscire, venuto là dentro alla loro fortezza che ben conosco, ben sapendo che essi di giorno son presi da cecità, tutti li ammazzerò. Da me è stato risaputo tutto ciò, e non v’è altro modo di riuscire per noi, perchè la loro fortezza che non ha uscita, è atta soltanto a procurare il loro sterminio. Perciò è stato detto:


Quand’ha un’uscita, dice veramente
Che una fortezza ell’è l’esperta gente;

Ma un carcere ella è ben se non ha uscita,
Con apparenza di piazza munita.


Nè tu devi avere alcuna pietà di me, perchè è stato detto:


Anche se ben tenuti e accarezzati
E dolci a lui come la propria vita,

I servi suoi dal re sian riguardati,


Ove una guerra levisi improvvisa,
Quai secchi legni al fuoco destinati.


E poi:


Come la propria vita
I servi suoi difenda,
Come di sua persona
Di lor cura si prenda,


Massime per quel giorno
In che i nemici sui
Verranno incontro a lui.


Perciò tu, in questa faccenda, non mi devi punto risparmiare. — Quand’ebbe detto ciò, prese a far con lui una finta baruffa. Allora, gli altri ministri del re, pensandosi che Stiragivin avesse tenuto un parlare non rispettoso, si levaron d’un tratto per metterlo a morte, ma Megavarna gridò: Ohe! fatevi indietro voi! lo da per me mi piglierò vendetta di questo malvagio che è passato dalla parte dei nemici. — Così dicendo gli montò sopra, e piluccatolo con leggieri colpi del becco, e macchiatolo con sangue accattato, con tutto il suo sèguito si recò al monte Risciamuca come era stato ordinato. Cricalica intanto che faceva da spia dei nemici, andò a raccontare lutto quell’incidente di Megavarna e del suo ministro al re dei gufi dicendo: Il nemico tuo, tutto sgomento, è andato ora altrove con tutto il suo sèguito. — Perchè allora il re dei gufi, avendo udito ciò, con tutti i suoi ministri, con tutto il suo sèguito, nell’ora del tramonto si mosse per andare a sterminare i corvi, e diceva intanto: Presto! presto! Nemico spaventato, che ad altro non pensa che a fuggire, è preda degli animosi. Intanto, è stato detto: