Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/174

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166 novelle indiane di visnusarma

Anche di peli1. Manu così disse,
Di Brahma il figlio. Ma fanciulla tale
Che nell’ostel del padre suo già vede
I menstrui suoi non maritata ancora,
Maritar non si può, ch’ella d’abietta


E vil ragazza ha nome. Essa dal padre,
I menstrui quand’ell’ha, sposa si dia
A un grande, a un pari, a un nom di basso

[stato,

Chè in tutto ciò colpa non è nessuna2.


Io pertanto, la darò a un suo pari non ad altri. Perchè è stato detto:


Fra due che han stato eguale,
Fra due d’egual famiglia,


Non già fra ricco e povero,
Nozze e amistà si appiglia.


E poi:


L’indole, la famiglia e le dovizie,
L’età, il sapere, il corpo e le amicizie,

A queste sette qualità pensando


La fanciulla si collochi. Ogni saggio,
Più in là di ciò, nulla va reputando.


Oggi adunque, se così le piace, chiamando qui il Sole beato, a lui la darò in isposa. — E la donna disse: Che male è in ciò? Facciasi adunque. — Allora l’eremita chiamò il Sole. Colla potenza d’una parola magica dei Vedi da lui pronunciata, ecco che il Sole, venuto in un istante, così gli domandò: O reverendo, perchè son stato io chiamato? — L’eremita rispose: Questa è mia figlia; se essa ti vuole per isposo, tu devi pigliarla. — Detto ciò, così parlò a sua figlia: Figlia mia, ti piace il Sole beato che illumina i tre mondi? — La fanciulla disse: Padre mio, egli scotta troppo! No, io non lo voglio. Ma si chiami alcun altro migliore di lui. — Udite queste parole di lei, il romito così parlò al Sole: O beato, c’è alcuno che sia più potente di te? — Il Sole rispose: Il nuvolo è migliore di me, perchè, quand’io sono coperto da lui, sono invisibile. — L’eremita allora, come ebbe chiamato il nuvolo, disse alla fanciulla: Figlia mia, io ti vo’ dare a costui. — Ma quella rispose: Egli è tutto di color nero e tutto freddo. Perciò dammi tu ad altro di qualità migliore. — Il romito allora domandò al nuvolo: O nuvolo, c’è qualcuno che sia migliore di te? — Il nuvolo rispose: Migliore di me è il vento. Lacerato da lui, io vado in mille lembi. — Udendo ciò, l’eremita chiamò il vento e disse: Figlia mia, il vento ti sembra essere il più degno per le tue nozze? — Padre mio, essa rispose, egli è troppo instabile. Perciò mi si meni innanzi qualcun altro che sia migliore. — Disse allora l’eremita: O vento, vi è qualcun altro che sia migliore di te? — Migliore di me, disse il vento, è il monte, dal quale perchè sta fermo, son trattenuto benché forte. — L’eremita allora, chiamato il monte, disse alla fanciulla: Figlia mia, io ti darò a costui. — Ma essa rispose: Padre mio, costui è tutto d’un pezzo e immobile. Perciò dammi tu a qualcun altro. — L’eremita allora interrogò il monte: 0 re dei monti, vi è qualcun altro che sia migliore di te? — Disse il monte: Migliori di me sono i topi,

  1. Quando ha le regole sue, può fare secondo che vuole; è meglio però collocarla prima che giunga quel tempo.
  2. Non so se ho inteso bene questo passo, molto scabro per le cose dette e per il modo con cui son dette.