Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/192

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184 novelle indiane di visnusarma

te per amicizia. — Udendo ciò, il serpente rispose: Oh! questa è ben cosa incredibile? Come può esserci amichevole convegno tra la paglia e il fuoco? Perchè è stato detto:

Nemmeno in sogno vuolsi andare accanto

A lai di cui slam vittime in natura1.

A che dunque a ciarlar ti sbracci tanto’? —


Gangadatta disse: Oh! ciò è pur vero. Per tua propria natura tu sei il nemico di tutti noi. Tuttavia, soltanto per offese ricevute, io son venuto da te. Perchè è stato detto:


Quando ogni cosa
Sen va in malora
E c’è pericolo
Di vita ancora,


Anche a un nemico
Si fan carezze,
Pur che si salvino
Vita e ricchezze. —


Il serpente disse: Dimmi allora da chi t’è venuta l’offesa. — E l’altro disse: Dai miei congiunti. — Il serpente disse: Ma dove stai tu di casa? in uno stagno? in una cisterna? in un lago? in un pantano? Dimmi, suvvia! la tua abitazione. — Disse: In una cisterna tutta fabbricata di pietre. — Disse il serpente: Noi non abbiamo piedi, e io non posso entrar fin laggiù; e quando ci fossi entrato, non ci sarebbe luogo dove stando io, potessi ammazzare i tuoi congiunti. Vattene adunque. Perchè è stato detto:


Ogni erba ch’è possibile a mangiare,
E mangiata si possa digerire,

E digerita possa anche giovare,
Mangi chi vuole in alto pervenire. —


Gangadatta disse: Oh! vieni con me! Io con un modo molto acconcio farò che tu possa entrare fin laggiù. Là dentro e proprio all’orlo dell’acqua è una cavità molto comoda. Standovi dentro tu potrai, come per tuo trastullo, afferrare i miei congiunti. — Udendo cotesto, il serpe pensò fra sé: lo ormai son maturo d’età e soltanto a stento posso qualche volta arrivare qualche topo, e qualche volta non posso; però è per me spediente felicissimo di vivere questo che m’è stato mostrato da costui, tizzone divoratore delle sua propria stirpe. Io adunque andrò e mi mangeró le rane. Intanto, si suol dire giustamente:


Quei ch’è al termin di sua vita,
Da ogni sozio abbandonato,


Saggio egli è se per campare
Ogni metodo ha operato. —


Così adunque avendo divisato, rispose a Gangadatta: O Gangadatta, se così è, entrami innanzi perché tutt’e due possiamo andar fin là. — Gangadatta disse: O Privadarsana, io ti menerò fin là nel modo migliore; anzi ti farò vedere il posto dove starai. Tu però mi devi risparmiare quelli del mio sèguito. Soltanto quelli che io ti mostrerò, tu dovrai divorare. — Il serpente disse: Ora tu sei l’amico mio; perciò non temere. Secondo quello che m’hai detto, io divorerò soltanto i tuoi congiunti. — Come ebbe parlato così.

  1. Per natura.