Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/205

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libro quarto 197

cielo, ghermì quel pezzo di carne e volò in alto, e il pesce, vedendo la femmina dello sciacallo, si cacciò nel fiume. La rea donna1 allora, ridendo, così disse alla femmina dello sciacallo che inutilmente erasi affaticata e ora stava riguardando al nibbio:


La carne ebbe l’augello,
Tornò nell’acqua il pesce;
Poichè di questo e quello,


O sciocca, orba ten vai,
A che guardando stai? —


Udendo ciò, la femmina dello sciacallo, vedendo ch’essa aveva perduto il marito, il denaro e l’amante, sogghignando le rispose:


Per quanto grande sia
L’avvedutezza mia,
Doppia è tua furberia.


L’amante non c’è più,
Non c’è lo sposo! Orsù,
Putta, a che guardi tu? —


Mentre il delfino così raccontava, ecco che da un altro pesce gli fu data questa notizia: Ohimé, la tua casa è stata occupata da un altro grosso delfino! — Udendo ciò, il delfino con mente afflitta, mentre andava pensando a qualche espediente per cacciar di casa colui, diceva: Oh! vedete colpo della sorte!


Mio nemico l’amico è diventato;
Mi è morta dopo ciò la moglie mia;


Un altro nel mio tetto s’è cacciato;
Qual altro mal toccarmi oggi dovrìa?


Intanto, si suol dire a proposito:


Sempre sogliono altri colpi
Fioccar sopra alle ferite;
Cresce ognor la rabbia al ventre
Se le biade son smaltite;


Quando è tempo di malanni
Sorgon odi e inimicizie;
Tocca all’uom tutto cotesto
Se ha le stelle non propizie.


Ora, che farò io? Forse che farò battaglia con colui? ovvero, fattogli ammonimento con buone maniere, lo farò uscire di casa mia? Forse che io mi metterò seco in discordia o piuttosto gli farò qualche dono? O piuttosto ne farò domanda a questo scindo mio amico? Perchè è stato detto:


Qualcun che interroghi
Maestri degni
E interrogandoli
A far s’ingegni,


Nessun ostacolo
Incontrerà
In tutte l’opere
Che tenta o fa. —


Così avendo divisato, di nuovo si fece a interrogare il scimio che intanto era salito sull’albero dei pomi rosati: Amico, vedi la mia disgrazia! La casa mia è ora occupata da un delfino che è più forte di me. Perciò io vengo a domandarti consiglio. Dimmi ora che devo io fare. Tra i diversi espedienti, il primo dei quali è il trattato d’amicizia2, quale sarebbe ora a proposito? — 11 scimio rispose: Oh! malvagio ingrato, sebbene già scacciato da me, a che ricorri a me un’altra volta? A te che sei sciocco,

  1. Si può anche intendere nuda, e così dice il testo preso alla lettera. Ciò stesso si dica del putta dei versi che seguono.
  2. Vedi le note ai libri antecedenti.