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208 | novelle indiane di visnusarma |
Racconto. — In un certo paese di quaggiù abitavano quattro Bramini che fra loro erano molto amici. Un giorno, essendo oppressi dalla grave povertà, fecero consiglio fra loro dicendo: Oh! trista condizione della povertà! Perchè è stato detto:
Nessun merito in lui va segnalato
E sempre gli va dietro ogni sventura;
L’abbandonano i figli, e la mogliera,
Anche se nata di famiglia onesta,
Non l’ama più, non gii fan buona ciera
Gli amici suoi; ciò la fortuna appresta
Ad uom quaggiù che senza nummi resta.
È preferibile adunque la morte alla miseria. Ed è stato detto:
Bisogna adunque industriarci in ogni sorta di guadagno. — Così avendo pensato, anche avendo divisato di andare in paese straniero, abbandonata la turba degli amici, tutti e quattro partirono. Intanto, si suol dire giusto a proposito:
Così adunque andando vennero nel territorio di Avanti. Là, come si furono bagnati nell’acqua della Sipra, dopo aver venerato il beato iddio Siva, mentre procedevano nel loro viaggio, si fece loro incontro uno stregone di nome Bairavananda. Salutatolo alla maniera solita fra i Bramini, andarmi tutti con lui al suo romitaggio. Allora lo stregone così li interrogò: Donde siete venuti? Dove andate? E a qual fine? — Gli risposero: