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208 novelle indiane di visnusarma


Racconto. — In un certo paese di quaggiù abitavano quattro Bramini che fra loro erano molto amici. Un giorno, essendo oppressi dalla grave povertà, fecero consiglio fra loro dicendo: Oh! trista condizione della povertà! Perchè è stato detto:


È preferibile
Abitar selve
Sparse di triboli,
Piene di belve,
Senz’acqua, ed aride
Scorze vestire
E sovra un cumulo
D’erbe dormire,
Che in mezzo agli uomini
E fra i parenti
Senza uno spicciolo
Viver di stenti.
L’odia messere, anche se ben trattato,
Ogni onesto congiunto lo trascura,

Nessun merito in lui va segnalato
E sempre gli va dietro ogni sventura;
L’abbandonano i figli, e la mogliera,
Anche se nata di famiglia onesta,
Non l’ama più, non gii fan buona ciera
Gli amici suoi; ciò la fortuna appresta
Ad uom quaggiù che senza nummi resta.

S’anche forte ed avvenente,
Caro al cielo ed eloquente,
S’anche ha piena disciplina
D’armi e d’ogni altra dottrina,
Gloria e onor mai non avrà
Fra i viventi di quaggiù
L’uom che spiccioli non ha.


È preferibile adunque la morte alla miseria. Ed è stato detto:


Amico mio ti leva
Solo per un istante
E questo mio solleva
Peso di povertà,
Perch’io che mi stancai,
Possa goder di questa
Che tu morendo avrai
Dolce felicità. —


Così sopra l’avello
D’un tale ch’era morto,
Pregava un poverello;
Ma quegli, E assai migliore
Di povertà la morte,
A dirgli s’affrettò,
E in fondo al suo sepolcro
Tranquillo si restò.


Bisogna adunque industriarci in ogni sorta di guadagno. — Così avendo pensato, anche avendo divisato di andare in paese straniero, abbandonata la turba degli amici, tutti e quattro partirono. Intanto, si suol dire giusto a proposito:


Lascia la schiera
De’ suoi parenti,
Infrange e scorda
I giuramenti,
La madre ancora
Abbandonando,
II natio loco


Pur disertando,
In altra terra
Tutta abbondanza
Va chi, dell’oro
Per disïanza,
Dentro la mente
Turbar si sente.


Così adunque andando vennero nel territorio di Avanti. Là, come si furono bagnati nell’acqua della Sipra, dopo aver venerato il beato iddio Siva, mentre procedevano nel loro viaggio, si fece loro incontro uno stregone di nome Bairavananda. Salutatolo alla maniera solita fra i Bramini, andarmi tutti con lui al suo romitaggio. Allora lo stregone così li interrogò: Donde siete venuti? Dove andate? E a qual fine? — Gli risposero: