Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/229

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libro quinto 221

Bocca che non ha un dente,
Saliva ognor scorrente,
Nessun vigor di niente,


Dell’età prima e dell’età cadente
Segni veracemente.


Oh! noi non mangerem mai nei boschi dei frutti silvestri che sono acidi, aspri, d’odore acuto, acerbi, amari, come avrem lasciato tutte queste pietanze simili all’ambrosia che con le loro stesse mani ci danno i figliuoli del re! — Udendo cotesto, il capo delle scimie, con occhi velati dalle lagrime, disse: Ahimè! ahimè! malaccorti voi tutti! Voi non sapete dove andrà a finire questa vostra felicità. Questa vostra felicità, così dolce al suo principio, al suo finire si farà veleno. Io però non voglio vedere la rovina della mia stirpe, e intanto me ne vado nei boschi. Perchè è stato detto:


Beati quelli che di lor paese
Non han veduto lo sterminio e il guasto,

Non di lor casa la rovina e in mano


D’altri venuta la lor donna e in tristo
E duro stato l’amico del core! —


Quand’ebbe detto ciò, abbandonando tutti gli altri, il capo delle scimie andò nei boschi. Quand’egli fu andato, un certo giorno, il caprone entrò in cucina, e i cuochi, non avendo alla mano altra cosa per picchiarlo, lo scacciarono scagliandogli contro un tizzone mezzo acceso, perchè il caprone, così colpito, col corpo che già per metà divampava, si cacciò belando nella vicina stalla dei cavalli e là, voltolandosi sul suolo dov’era molta paglia, suscitò tutto all’intorno una gran vampa. Dei cavalli che erano legati nella stalla, altri, con gli occhi fuori del capo, perirono, altri, rompendo i legami, col corpo arso per metà, nitrendo e correndo qua e là spaventarono tutta le gente. Il re intanto, in gran turbamento, convocando i medici che conoscevano i precetti di Salihotra, disse: Oh! mi si dica alcun modo per calmare il dolore di questi miei cavalli abbruciati! — Quelli allora, riandando nella mente i precetti, dissero: O signore, a questo proposito il beato Salihotra ha detto:


Malattia di palafreni
Cui di fiamma ardor produce,
Con il grasso delle scimie


In dileguo si riduce,
Come l’ombra fugge via
Quando il primo sol riluce.


Perciò, facciasi subito questa medicazione acciocchè i cavalli non muoiano di malore. — Il re allora, come ebbe inteso cotesto, comandò che si uccidessero le scimie. Ma a che tante parole? Tutte furono ammazzate. Quando il capo della loro schiera seppe lo sterminio di tutta la famiglia, si conturbò molto, e però, lasciato ogni pensiero di mangiare e di sollazzarsi, andò errando di selva in selva e intanto pensava: Come mai potrò io punire questo re malvagio con qualche offesa in ricambio? Perchè è stato detto:


Quei che dimentica
Alcuna offesa,
Alcuna ingiuria
Che altri gli ha intesa,


Sia per amore,
Sia per timore,
Vile si reputi
D’alma e di core. —