Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/32

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24 novelle indiane di visnusarma

E poi:


Purezza in corvi1 e in serpenti mitezza.
Verità in giocator, fedeltà in donne.

Senno in brïachi e in codardi fortezza,


E re che amico sia veracemente,
Fùr visti o uditi mai da alcuna gente?


Eppure da me non fu fatta, nemmen per sogno, alcuna cosa ingrata nè al re nè ad alcun altro. Perchè dunque ciò? Intanto, il re mi si è fatto nemico. - Un giorno, lo scopatore, avendo veduto Dantila rimandato dalla porta del re, ridendo così disse a’ portinai: O portinai! Cotesto Dantila che è nelle grazie del re, è quello che la grazia e punisce, però ch’egli è stato scacciato, godrete pur voi, come me, dei suoi pugni. — Ciò udendo, Dantila si mise a pensare: Oh! tutto ciò è opera di costui. Intanto, ciò fu detto a proposito:


Anche se ignobile,
Anche se stolido
E senza credito,
Chi serve a un principe
Dovunque onorasi.


Uomo infingardo e abietto
Rimproveri non sente,
Non biasmi, dalla gente,
Fin che a’ servigi d’un sovrano è addetto. —

Così, avendo borbottato, vergognoso, a casa, fattosi chiamar Goramba sul principiar della notte, come l’ebbe onorato del dono d’una muta di vesti, gli disse: Amico, in quel giorno tu non sei stato scacciato da me per rancore; ma perchè tu, nel cospetto dei Bramini, sei stato veduto sederti in un luogo che non ti conveniva, hai ricevuto quello sfregio. Però, sii riconciliato con me! — Ma l’altro che aveva toccato quella muta di vesti, come se avesse toccato il regno del cielo, venuto in grande allegrezza, gli rispose: O mercante, per tutto ciò son già riconciliato! Per il dono tuo, vedrai ora ciò che mai può la mia saggezza e riavrai la grazia del re. — Così avendo detto, se n’andò via tutto allegro. Ora, fu detto egregiamente:


Per poco va in su,
Per poco va in giù.


Del giogo2 e del vile
Oh! modo simile!

L’altro giorno, Goramba, andato a palazzo, attendendo a spazzare mentre il re sonnecchiando meditava, disse ad un tratto: Oh! balordaggine di questo nuovo re! il quale, quando va a far le sue occorrenze, mangia dei citrioli! — Ciò udendo, il re, levandosi su meravigliato, gli disse: Eh eh! Goramba, che sciocchezze vai tu dicendo? Io non ti scaccerò pensando che sei mio servitore di casa. Ma quando mai m’hai tu veduto far le mie occorrenze? — E quegli disse: Signore, perchè io son dato al giuoco e ho vegliato la notte, intanto che qui sto a spazzare, a forza m’ha colto il sonno. Dopo ciò, io non so cosa m’abbia detto. Però il re mi faccia grazia, essendo stato vinto dal sonno. — Il re, quand’ebbe

  1. Perchè si cibano di cadaveri.
  2. Il giogo o asta che sostiene la bilancia, e che per poco si muove.